Quest’anno ho deciso di dedicare due settimane delle mie ferie per fare la Costa Azzurra in barca a vela, su fino a Marsiglia. Ben diversa dall’esperienze fatte finora di corsi e lunghe tappe, si è rilevata una meravigliosa vacanza nella quale ho potuto applicare le conoscenze acquisite negli ultimi anni e nel contempo svolgere una navigazione tranquilla e rilassante.
Dopo diversi anni trascorsi a seguire corsi e navigazioni impegnative con lo scopo di apprendere e migliorare le conoscenze in mare, quest’anno ho voluto “regalarmi” due settimane di navigazione tranquilla, ponendomi come obiettivo di percorrere all’incirca 30 miglia nautiche al giorno, ovvero più o meno 5-6 ore di navigazione giornaliera.
Ho quindi pensato di proporre due settimane “one way”: da Menton a Marsiglia la prima settimana, cambio equipaggio e ritorno a Menton nella seconda settimana. Le piccole tratte giornaliere e l’idea di percorrere questo tratto di costa mediterranea in una direzione è stata una formula interessante, sia per me che per i partecipanti.
La Costa Azzurra in barca a vela: si parte
Sabato 27 agosto, intorno alle 8.00, recupero Davide, Oliver e Federico nel Locarnese e ci mettiamo in strada verso Menton. Verso le 13.00 arriviamo a Menton e dopo aver fatto cambusa e istruito l’equipaggio per quanto riguarda l’aspetto della sicurezza, ci avviamo verso l’Anse de la Scaletta, dietro a Cap-Ferrat, a circa 1 ora 45 da Menton.
Tappa Menton – Cap-Ferrat: 10 NM
Domenica 28 agosto, vengo svegliato con “Wish you where here” dei Pink Floyd in sottofondo: Davide e Fede sono in pozzetto e stanno strimpellando un pò di canzoni. Una buona colazione, bagno e si parte con destinazione Isole di Lerins. Il vento fa capolino alle 13.00, permettendoci così di veleggiare fin verso le 15.30. Un’oretta di motore e alle 16.30 arriviamo alle Isole di Lerins. È domenica e come prevedevo è affollato: soprattutto durante il fine settimana le isole sono invase dai diportisti della zona, la maggiori parte con motoscafi non cabinati che ritornano in porto alla sera. Quando si libera la baia, recuperiamo l’ancora e ci spostiamo sotto l’isola di Saint-Honorat, visto che per la notte è previsto un pò di vento, ma soprattutto onde, da sud-ovest. La notte passa tranquilla.
Tappa Cap-Ferrat – Isole di Lerins: 25 NM
Lunedi 29 agosto, la destinazione di stasera è Port Grimaud. Aperta sulla baia di Saint Tropez, la cittadina lacustre di Port Grimaud è uno dei luoghi più belli della Costa Azzurra e si distingue per la sua architettura e il suo charme marittimo autentico, aggiudicandosi la definizione di “Venezia della Provenza”. Questo progetto, iniziato nel 1966 dall’architetto Francois Spoerry, comprende oggi più di 2000 appartamenti ripartiti armoniosamente su 12 isole collegate tra loro da 14 ponti, 7 km di canali navigabili e 14 km di di pontili. Port Grimaud è una cittadina fuori dal comune, dove i proprietari d’immobili possono ormeggiare la propria barca fuori dalla sala da pranzo.
L’accesso alle auto è limitato: si gira prevalentemente a piedi oppure per i residenti e gli ospiti del porto c’è a disposizione un servizio con automobili elettriche. A Port Grimaud restiamo fermi 2 notti, visto che c’è maestrale e martedi piove. Ne approffittiamo per fare spesa e farci coccolare nei ristoranti. In particolare siamo rimasti soddisfatti de “La table de Mareyeur”, un ristorante di qualità che offre pesce fresco ma anche carne.
Tappa Isole di Lerins – Port Grimaud: 28 NM
Mercoledi 31 agosto, oggi si va a Port-Cros.
Ci sono passato davanti più volte, ma non sono mai riuscito a fermarmi perché in quelle occasioni stavo percorrendo delle tappe lunghe. Questa è la volta buona e non rimango deluso: il luogo è veramente incantevole ! Ci sono 2 pontili con pochi posti barca e sulla destra della baia è presente un’area con una quarantina di boe per imbarcazioni fino a 15 metri. Scegliamo di andare alla boa, cosi da poter fare il bagno quando vogliamo e soprattutto utilizzare anche un po il tender. In serata andiamo a terra e ci fermiamo a bere un eccellente mojito al bar giallo-verde; ci sposteremo poi al ristorante “La trinquette” per la cena, dove per fortuna avevamo riservato il tavolo.
Tappa Port Grimaud – Port-Cros: 30 NM
Giovedi 1 settembre, ci svegliamo di buon ora e verso le 8.30 lasciamo la boa senza aver fatto la colazione ne il bagno. La nostra intenzione è quella di percorrere la decina di miglia nautiche che ci separano dall’isola di Porquerolles e fermarci in rada per fare una bella colazione e il bagno.
Proseguiamo successivamente verso le Calanque, destinazione Port-Miou. In questo luogo è normalmente meglio arrivare presto per assicurarsi il posto alla boa, ma purtroppo le miglia che dovremo percorrere sono diverse.
Entriamo nell’insenatura verso le 19.15 e ci viene incontro l’ormeggiatore con il suo gommone. Per fortuna sono ancora disponibili alcune boe. Ci spiega di preparare una cima a poppa lunga almeno 30 metri e di fare retromarcia, prendendo la boa. La cima ce la fa fissare dapprima sulla galloccia sottovento, poi se la prende a bordo nel suo gommone e la fa passare in un anello cementato sulla parete rocciosa, dopodiché ci riporta la cima. Un pò di retromarcia, recupero della cima et voilà… siamo ormeggiati vicino alla parete rocciosa.
Gentilmente l’ormeggiatore ci informa che può prendere l’ordinazione del pane e dei croissant, i quali saranno da ritirare in capitaneria il mattino seguente. La capitaneria e le doccie sono raggiungibili percorrendo l’insenatura con il tender.
La calanque di Port-Miou è una delle tre più grandi calanque vicine a Cassis e fa parte del Parco Nazionale delle Calanques. È molto lunga e ospita un marina. Il suo nome deriva dal latino “Port Melior”, letteralmente “meilleur port”. Fino al 1982 era una cava dalla quale veniva estratta una pietra bianca e dura, la famosa pietra di Cassis, utilizzata per la costruzione d’importanti edifici a Marsiglia e anche nel canale di Suez. Grazie proprio a questo passato, Port-Miou è una delle poche calanque raggiungibili tramite la strada.
Tappa Port-Cros – Port-Miou: 53 NM
Venerdi 2 settembre, destinazione Marsiglia, dove sabato cambierò l’equipaggio.
La distanza è di circa 18 miglia nautiche passando dalle isole di Frioul, situate di fronte a Marsiglia. Partiamo intorno alle 11.00 da Port-Miou e, vista la temperatura, decidiamo di fermarci nella rada di Havre de Morgiret per approffittare dell’ultimo bagno prima di entrare nel porto vecchio di Marsiglia, dove con molta probabilità non tirerà un filo di vento. Nel pomeriggio provo a chiamare il porto vecchio di Marsiglia per chiedere un posto barca per 2 notti, ma mi rispondono che non è possibile, in quanto c’è un grosso evento quel fine settimana. Mano al portolano, inizia quindi la frenetica ricerca di un posto nei porti vicini, prima e dopo Marsiglia: nessuno ha un posto libero ! A questo punto Fede propone di entrare nel porto Frioul (proprio dietro alla rada dove ci troviamo) e di fare il cambio qui sull’isola. L’avevo già presa in considerazione questa opzione, ma ero un pò scettico in quanto il nuovo equipaggio avrebbe dovuto fare la spesa e sull’isola non sapevo se vi fosse un negozio di alimentari. Ma ormai non ho scelta e chiamo la capitaneria: m’informano che hanno posti liberi e possiamo entrare quando vogliamo. Una volta in porto, inizio a informarmi subito per quanto riguarda il collegamento verso terra e se esiste un supermercato sull’isola. L’isola è ben collegata a terra tramite un servizio navetta che va tutto il giorno, fino a sera tarda (www.frioul-if-express.com); mentre lungo il porto c’è un piccolo supermercato dove vende gli alimentari e articoli di prima necessità, tra cui il pane fresco. Per i primi giorni ci arrangeremo con quanto offre il negozio, poi domenica sera dovremo comunque entrare in un porto per ripararci dal maestrale in arrivo.
Tappa Port-Miou – Frioul: 17 NM
Sabato 3 settembre, cambio equipaggio.
Davide, Oliver e Federico sbarcano alla mattina e vanno a prendere la navetta. Io pulisco la barca e di seguito ne approffitto per fare un giro dell’isola di Pomégues. Bellissima, ma fa un caldo infernale. Verso le 16.15 arriva il nuovo equipaggio, composto da Florian, Giulia, Prisca e Lorenzo, giovani studenti universitari. Un altro bel gruppetto.
Domenica 4 settembre, la meta prefissata è Sanary.
Da quanto ho letto in rete, sembra essere molto accogliente e vale la pena fermarsi. Però, quando arriviamo in zona verso le 14.00, provo a chiamare via radio, ma nessuno risponde. Provo allora a chiamare la capitaneria via telefono, ma c’è la segreteria telefonica dove annuncia che domenica pomeriggio è chiusa. In serata arriverà il maestrale e rimarrà fino a lunedi notte, per cui opto saggiamente di trovare un’altra destinazione più grande e sicura. Guardando il portolano vedo che nelle vicinanze c’è l’isola des Embiez, dove tra le sue peculiarità spicca proprio il fatto di essere un porto protetto dal maestrale. In quel momento c’è un susseguirsi di domande via radio per riservare un posto barca per le due notti successive. Chiamo subito anche io, riservandomi il posto. Prima di entrare nel porto ne approffittiamo però per fare ancora un bagno in rada.
L’isola des Embiez, acquistata negli anni 50 dall’imprenditore Paul Ricard (noto per il pastis), è rinomata per le sue insenature, calette rocciose, roccie scolpite dal mare e dei suoi fondi sottomarini chiari, è un’isola “naturale” per eccellenza. L’isola è stata preservata dalle costruzioni in cemento e la circolazione di automobili è limitata. Sull’isola si trovano il 90% delle piante mediterranee conosciute e secondo la Lega per la protezione degli uccelli è un paradiso, guadagnandosi così il label “Pavillon Bleu”. Inoltre sull’isola sono pure presenti dei vigneti. Un sentiero provvisto di pannelli tematici (storia, geologia, botanica, zoologia,..) permette di scoprire l’isola: un’occasione per fare due passi in un ambiente naturale d’eccezione. Lunedi, fermi a terra per via del maestrale, io , Giulia e Prisca facciamo un giro dell’isola, mentre Florian e Lorenzo sono andati a fare la spesa a terra, visto che il supermercato sull’isola è chiuso.
Tappa Frioul – Ile des Embiez: 29 NM
Martedi 6 settembre, andremo a Porquerolles.
Innanzitutto dobbiamo fare il pieno di carburante e riempire la tanica di benzina per il fuoribordo del tender.
Molliamo gli ormeggi e ci attracchiamo al pontile del carburante. Parte dell’equipaggio va ad acquistare due o tre cose al supermercato che lunedi era chiuso. Al momento di partire inizia a salire il vento, schiacciandoci contro il pontile. Un paio di parabordi a prua, uno spring, marcia in avanti per allontanare la poppa dal pontile e poi via in retromarcia: lasciamo il posto ad un’altra barca che era in attesa. Usciamo dal porto, il mare è tranquillo e non c’è onda. Purtroppo le prime miglia le facciamo a motore, poi ad un certo momento decido di fare un bordo verso il largo, giusto per fare un pò di vela e non sentire il motore. Arrivati in rada a Porquerolles, i ragazzi prendono il tender e vanno a terra a fare un giro. Al loro ritorno segue un bel aperitivo, la cena e un tramonto mozzafiato.
Porquerolles è la più grande tra le isole dell’arcipelago d’Hyères (anche chiamate isole d’Or), ha una forma ad arco e misura 7 chilometri di lunghezza per 3 di larghezza. È un piccolo angolo di paradiso con spiagge da sogno, dove la natura è conservata grazie a rigide norme di protezione ambientale, dove gli unici rumori sono quelli delle cicale, del fruscio del vento e delle onde. Sulla costa nord, dal paesaggio più dolce si trovano molte spiagge di sabbia bianca e foreste di pini marittimi che arrivano fino nel mare, azzurro e limpido come pochi altri luoghi del Mediterraneo. Il versante meridionale dell’isola è più aspro e selvaggio, con le scogliere e le piccole calette raggiungibili attraverso impervi sentieri. Il piccolo villaggio di Porquerolles si trova sulla costa settentrionale e si sviluppa intorno al porto e alla Place d’Armes, la piazza del paese dove i pochi abitanti dell’isola giocano a petanque, dove il massimo della mondanità consiste nel sedersi in uno dei piccoli bar all’aperto e sorseggiare un pastis come aperitivo. Ciò che rende così speciale l’isola di Porquerolles è senza dubbio il fatto di essere uno dei luoghi più salvaguardati al mondo dal punto di vista ambientale. Insieme all’isola di Port-Cros, fa parte del Parco Nazionale creato nel 1963 e le regole severe come il divieto di circolazione delle automobili, il divieto di edificare, il divieto di campeggiare e persino di fumare all’aperto consentono di mantenere intatto un paesaggio tra i più affascinanti del mediterraneo e di salvaguardarlo dai rischi del turismo e degli incendi.
Tappa Ile des Embiez – Porquerolles: 32 NM
Mercoledi 7 settembre, mi sveglio un pò assonnato in quanto non ho dormito bene. La sera precedente, dopo aver ancorato per bene nella sabbia, è arrivata una barca inglese che ha filato l’ancora vicino a noi. Visto che per la notte erano previsti 25 nodi, avevo messo quasi 5 volte il fondale di catena, ma l’inglese ne aveva filato meno. La mia paura era quella che il vento girasse durante la notte e ci avvicinassimo troppo. Cosi è stato: il vento ha girato di 180° e ci siamo trovati a prua degli inglesi di pochi metri. Una situazione sgradevole, oltrettutto perché di spazio ce n’era tanto e loro si erano messi li solo per rimanere vicini ad un’altra barca di amici. Va bé, ormai la notte è passata e poche miglia ci distanziano dalla destinazione: un bagno mattutino e poi si va a Port-Cros, una tappa corta.
Tappa Porquerolles – Port-Cros: 15 NM
Giovedi 8 settembre, l’equipaggio si sta abituando e decide di non prendere lil medicamento contro il mal di mare. Oggi li porterò a Port Grimaud, in quanto considero che sia una cittadina che valga la pena fermarsi. La maggior parte del tragitto lo facciamo a motore in quanto abbiamo un vento di 5-10 nodi da SW, proprio di poppa. Arrivati all’entrata del golfo di Saint Tropez, alla cardinale nord, il vento inizia a salire fino a toccare i 20-22 nodi. Mancano ancora 8 miglia alla destinazione, decido quindi di preparare la randa con una mano di terzaroli e di issare le vele per goderci una bella veleggiata prima di entrare nel porto. Arrivati davanti all’entrata, mi annuncio al porto e ci invitano ad entrare. Ci viene incontro l’ormeggiatore sul suo gommone e ci chiede di seguirlo. Questa volta ci porta all’interno del canali, proprio davanti al centro, dove ci sono i bar, i ristoranti e la chiesa. Una bella posizione insomma, tutto a portata di mano. Visto che siamo arrivati un pò presto, i ragazzi decidono di andare nella splendida spiaggia sul golfo.
Tappa Port-Cros – Port Grimaud: 30 NM
Venerdi 9 settembre, penultima tappa, andremo in rada alle isole Lerins.
Anche oggi il vento ce lo ritroviamo di poppa e purtroppo dobbiamo andare a motore. Florian e Lorenzo tentano nuovamente di pescare, ma senza risultato. Verso le 14.00 siamo già alle isole Lerins e gettiamo l’ancora. Il sole si fa sentire oggi e la possibiità di fare bagno in un questa incredibile cornice fa presto dimenticare le ore precedenti fatte a motore. Florian e Lorenzo non demordono, decidono di pescare in rada, dopo aver visto alcuni pesci. E finalmente ci riescono, pescando tre occhiate e un salpa. Inizialmente non si sa quali pesci siano, provo a cercarli su internet, ma non riesco a collegarmi. Se li cucinano e li mangiano comunque. Uno di questi, quello che scopriremo più tardi di chiamarsi salpa, sa un pò di alghe.
Riuscirò a individuare i pesci pescati solo a fine serata, scoprendo alcune cose interessanti: se la carne dell’occhiata è ottima, non si può dire altrettanto del salpa. Questo pesce infatti è erbivoro e la sua carne è considerata scadente, dal gusto spesso fangoso e piena di spine. In particolar modo, nei mesi estivi quando proliferano certe alghe tossiche, è da evitare il suo consumo.
Infatti, com’era già noto dagli antichi Romani, possono provocare disturbi digestivi ed allucinazioni. Il fenomeno si è accentuato di recente con l’espandersi nel Mediterraneo di un’alga tossica, la Caulerpa Taxifolia. I sintomi dell’avvelenamento sono nausea, vomito, vertigini, deliri ed allucinazioni acustiche e visive, con mostri immaginari. Gli effetti in genere spariscono dopo un paio di giorni, ma perdurano talora fenomeni d’amnesia. Se, dopo averlo pescato, si vuole proprio mangiare un salpa, occorre comunque sventrarlo subito, eliminando il sacco viscerale con l’intestino colmo d’alghe in fermentazione, per non contaminare ulteriormente la carne.
Nel frattempo giunge il tramonto: a mio parere le isole Lerins sono il luogo migliore per godersi dei tramonti senza eguali.
Tappa Port Grimaud – Iles de Lerins: 26 NM
Sabato 10 settembre, la vacanza sta giungendo al termine.
Oggi lasciamo le isole Lerins e ci dirigiamo verso Menton, nostra ultima destinazione. Il vento si fa nuovamente desiderare e riusciamo a fare poco meno di 2 ore a vela. Arriviamo presto davanti a Menton, per cui decido di buttare l’ancora per fare l’ultimo bagno prima di entrare in porto. Intorno alle 16.00 ormeggiamo al nostro posto barca, il viaggio è terminato.
Tappa Iles de Lerins – Menton: 30 NM